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Le vetture articolate a 3 casse della serie 2700 dell’ATM di Torino (oggi GTT, Gruppo Torinese Trasporti) vennero realizzate dalla SNOS (Società Nazionale delle Officine di Savigliano) in tre differenti lotti dal 1950 al 1959, per un totale di 72 unità (2700-2771). Sono costituite da 3 casse articolate a struttura portante metallica saldata, con quella centrale piu corta e priva di ruote, collegata tramite degli snodi sferici a quelle d’estremità, che a loro volta sono dotate di un truck rigido come le vetture a due assi. Per la realizzazione della serie 2700 vennero reimpiegati alcuni componenti di vetture demolende come i circuiti di trazione, i motori del TIBB (poi sostituiti da altri Ansaldo) ed i truck recuperati da varie motrici e rimorchi di diverse serie, distinguibili principalmente tra i FIAT a passo corto ed i MAN a passo lungo. Per la loro grande capienza questi tram a Torino furono battezzati “bisarche”, molto noti anche col soprannome comune di “due camere e cucina”, derivante dalla stessa tipologia di vettura entrata in servizio per la prima volta in Italia nel capoluogo lombardo nel 1932 con la serie 3000 dell’ATM di Milano. La livrea è quella classica dell’epoca, verde vagone e verde veronese. Questa serie di tram durante la loro carriera non ricevette mai la colorazione in arancione ministeriale (come anche le vetture della serie 2500). Al contrario di quanto solitamente avveniva sulle vetture tranviarie delle altre città italiane, la porta anteriore è utilizzata per la salita dei viaggiatori e per velocizzarne l’incarrozzamento alle varie fermate la disposizione interna dei sedili prevede un’ampia zona anteriore della vettura senza sedute, col solo posto per il bigliettaio. Nei primi anni di servizio di questi tram si riscontrò una scarsa stabilita e un difficile inserimento in curva; quindi per risolvere tale problema fra il 1960 ed il 1965 le officine aziendali montarono sperimentalmente su 8 vetture un bissel (carrellino monoassiale) sia anteriore che posteriore, previo accorciamento dei truck, facendole diventare così vetture a sei assi. Anche con questa modifica però le elettromotrici non diventarono più stabili ed i bissel, sui quali non gravava il peso delle vetture, avevano la tendenza a sviare con una certa facilità nel caso in cui la gola delle rotaie presentasse qualche detrito di una certa rilevanza. Qualche anno dopo su queste stesse 8 vetture venne sperimentato anche il freno d’emergenza a pattino elettromagnetico e visti gli esiti positivi questo dispositivo a partire dal 1978 fu applicato alle altre unità del gruppo 2700 ancora in servizio. Il basso confort di viaggio dovuto all’obsoleto truck rigido, un forte beccheggio alle velocità più alte e gli stridii prolungati al momento dell’iscrizione in curva ne decretarono presto la dismissione dal servizio regolare; infatti le rimanenti vetture in regolare servizio della serie 2700 finirono gradualmente la loro carriera nella prima metà degli anni ‘80, con gli ultimi impieghi sulle corse speciali per lo stadio e per gli stabilimenti della FIAT nel 1985. La vettura 2759 dell’ATM di Torino, costrita dalla SNOS nel 1959, è stata magnificamente restaurata nel 2012 dall’ATTS (Associazione Torinese Tram Storici) ed è entrata a far parte del parco di veicoli storici dell’attuale GTT (Gruppo Torinese Trasporti).
