Buon Ferragosto!, lo sarà sicuramente per molti di noi, ma sono certo il nostro pensiero tornerà spesso in questa giornata, come nei prossimi giorni, a quanto accaduto ieri a Genova.
La DOMENICA DEL CORRIERE del 1 Marzo 1964 scriveva “Genova risolve il problema del traffico. L’incubo dell’attraversamento di Genova per gli automobilisti provenienti da Est, Nord e Ovest diventerà soltanto un brutto ricordo. Il disegno di Molino mostra come avverrà il raccordo fra l’autostrada dei Fiori e l’autostrada per Savona. I primi piloni di acciaio di questo aereo collegamento sono stati infissi in questi giorni.”
Un disegno del 1964 che mi porta ad un’Italia del boom economico a poco meno di un ventennio dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ad una nazione in fermento dove tra le tante difficoltà della gente vi era uno spirito patriottico e nazionalista, uno spirito collaborativo e comunitario, oggi venuti meno. Un Bel Paese che lavorava, che iniziava ad offrire benessere e dava spazio agli imprenditori che a loro volta procuravano lavoro alle famiglie italiane. Un’Italia agricola ed un’Italia industriale di tutto rispetto, un paese delle grandi opere, come voglio credere lo fosse anche questo ponte, probabilmente ben progettato e costruito ma che non avrebbe previsto, nei tecnigrafi e nelle calcolatrici dei suoi progettisti, “il grande peso che avrebbe dovuto portare nel tempo”, le enormi sollecitazioni a cui sarebbe stato sottoposto a distanza di oltre mezzo secolo.
Certo, vedere altre opere come il Golden Gate di San Francisco del 1937, portato a confronto dai vari media tra ieri ed oggi, fa pensare che già al tempo qualcuno non abbia fatto bene il proprio dovere.
Purtroppo ieri, dopo il crollo del ponte Morandi, “l’incubo dell’attraversamento di Genova”, come scriveva la DOMENICA DEL CORRIERE, è diventato un incubo per coloro che vi hanno perso la vita, per coloro che hanno perso i propri cari, un lutto ed una ennesima sconfitta per Genova e per l’Italia intera, dove un atto di solidarietà è dovuto da parte di noi tutti.
Voglio sperare che quanto accaduto non porti ad investigare troppo nel passato, che non cerchi solo di far “saltare le teste”, questo non servirebbe a nulla e a nessuno. Le cause e gli errori andranno certo ricercati ma per non commetterne più in futuro.
Spero invece che la coscienza della nostra classe politica e delle istituzioni tutte, le nostre coscienze, sicuramente scosse dall’accaduto, ci conducano a pensare ed essere come un tempo, più seri, costruttivi, collaborativi, patriottici e nazionalisti, con lo sguardo volto al bene comune e non solo al bene personale.