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Quest’oggi, vi presento la mia nuova rubrica intitolata “Brennero, Aprile 2019”, una sorta di diario a puntate dell’ultima vacanza fatta sulla Ferrovia del Brennero dove accanto alle fotografie vi saranno delle brevi contestualizzazioni storiche che riguarderanno sia i luoghi, sia la linea ferroviaria in sé, sia le locomotive, per documentare così lo stato attuale d’esercizio di una delle linee ferroviarie più famose d’Italia. Buona lettura a tutti!

Brennero, aprile 2019. In occasione del mio ventiduesimo compleanno, io e Andrea Sosio abbiamo deciso di festeggiare concedendoci una gita di qualche giorno sulla ferrovia del Brennero, una delle linee di valico più conosciute e amate da parte di tutti gli appassionati, nonché una degli assi di transito internazionali più importanti per l’Italia.

La storia di questa linea ferroviaria è indiscutibilmente affascinante ed è stata raccontata in numerosi lavori editoriali, a prova del grande interesse che ancora oggi suscita il Brennero.

La Verona-Brennero ha visto transitare una gran varietà di rotabili italiani, dalle gloriose vaporiere (senza considerare quelle austriache che dall’inaugurazione del 1867 avevano solcato i binari trentini e tirolesi), alle locomotive trifase dei gruppi E.554 e E.432, fino alla conversione in Corrente Continua negli anni ’60 che ha visto giungere dalle classiche locomotive articolate FS, negli anni’60, alle E.412 dei primi anni ‘2000. Oggi il panorama ferroviario è profondamente cambiato, che sul Brennero ha visto giungere una notevole varietà di locomotive di ultima generazione delle famiglie Vectron, Traxx e Taurus. Un panorama che merita ancora oggi di essere fotografato e documentato.

Tornando al nostro viaggio, la partenza è fissata per il giorno 10 aprile da Savona, alle ore 06:17 con l’intercity per Milano Centrale, con arrivo a Bolzano alle ore 13:30.

Al nostro arrivo, la città altoatesina ci accoglie con la EU.43.001 di Rail Traction Company, l’ultima del suo gruppo ad avere ancora la livrea verde-azzurra. Costruite inizialmente per le ferrovie polacche PKP, le EU.43 costituiscono un gruppo di otto locomotive che hanno viaggiato quasi unicamente lungo la ferrovia del Brennero. Circostanze simili si verificarono anche alla consegna delle E.405.

Sappiamo per certo che nel periodo preistorico la conca bolzanina era una piana paludosa, ma i reperti archeologici trovati sulle pendici dei monti circostanti indicano che esse erano già abitate in epoche remote.

Nel 15 a.C. il generale romano Druso, il conquistatore delle Alpi, fondò un accampamento militare noto col nome di “Pons Drusi” (Ponte di Druso), che si ritiene collocato nell’attuale area bolzanina dopo i recenti scavi.

Dopo la caduta dell’Impero Romano, Bolzano si ritrovò legata al Principato Vescovile di Trento, e nel XII secolo il territorio compreso tra i fiumi Isarco e Talvera vide sorgere il primo nucleo urbano, fondato dal vescovo di Trento.

A partire dalla prima metà del XIII secolo i Conti del Tirolo sottrassero Bolzano ai vescovi di Trento e Bressanone.
Nel 1363 l’ultima discendente della famiglia dei Conti di Tirolo, Margherita, cedette i diritti sulla contea del Tirolo agli Asburgo, cosicché Bolzano divenne parte dei domini asburgici, e tale rimase fino al 1918.

Dal 1805 al 1809 la città venne annessa dapprima alla Baviera e successivamente al Regno Italico, creato da Napoleone Bonaparte, fra il 1809 ed il 1813, per poi ritornare a far parte dei domini asburgici nel 1815.

Nel 1919, dopo la prima guerra mondiale, Bolzano e le zone circostanti vennero annesse all’Italia e con l’avvento del Fascismo, nel 1922-1923, la città venne fortemente “italianizzata” e con lei anche la Stazione ferroviaria.

Nella fotografia sullo sfondo possiamo notare, infatti, la bellissima stazione con l’iconica torre dell’orologio che é nel cuore di tutti gli appassionati della Brennerbahn, edificata nel 1859 dall’architetto Sebastian Altmann, ristrutturata poi fra il 1927 e il 1929 dal ben noto Angiolo Mazzoni in stile neoclassico.

Il contesto della ristrutturazione risale al periodo in cui il Regime Fascista praticava un’assidua “cura dell’immagine” attraverso la propaganda e commissionando lavori pubblici, fra cui figurò proprio la ristrutturazione delle stazioni lungo la linea del Brennero ad opera di Mazzoni.

Operazione che assunse un preciso significato politico e propagandistico, volto a voler riaffermare “l’Italianità” delle Valli dell’Adige e dell’Isarco “restituite”, come sottolineava la propaganda, dopo secoli di dominazione tedesca e asburgica, alla legittima sovranità italiana, sottolineata dall’impostazione neoclassica volta a ricordare la Roma Imperiale. La civiltà classica doveva “cancellare” per sempre il ricordo del vecchio e odiato passato asburgico e tedesco.

Bibliografia:
– Sergio Pautasso, Locomotive E 412 FS/EU 43 RTC, in Tutto treno, anno 23º, n. 243, luglio-agosto 2010, pp. 26-49, ISSN 1124-4232;
– Adolph Stiller (a cura di), Stadt, Beispiel, Bozen: Projektentwicklung Bahnhofsareal – City, Model, Bolzano: Project Development Railway Station Area (Architektur im Ringturn, 24), Salisburgo, Salzmann, 2011. ISBN 978-3-99014-048-2
– https://www.miabolzano.it/2013/storia-bolzano.html

Autore: Francesco Bochicchio
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Autore : Francesco Bochicchio
Nazione : Italia
Luogo : Bolzano
Linea : VERONA-BRENNERO
Rotabile : RTC EU.43.001
Amministrazione : Rail Traction Company
Numero Treno / Nome Treno:
Periodo : Aprile - 2019
Categoria : Locomotive Elettriche


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